Prevenzione cardiovascolare

Tumore alla prostata: è utile uno screening con il PSA?

Settembre 2017

Prof. BelloniIntervento a cura del Prof. Belloli, Presidente del Comitato Scientifico e componente del Consiglio di Amministrazione del Fondo.


Uno studio durato 20 anni e recentemente pubblicato nel British Journal of Medicine, studio che ha coinvolto otre 90.000 uomini, ha evidenziato come lo screening effettuato con il dosaggio del PSA non ha diminuito la mortalità causata dalla malattia.

Tutto ciò è in linea con quanto detto da altre autorevoli fonti: American Cancer Society, American Urological Association, American Society of Clinical Oncology. Anche se il PSA viene utilizzato per lo screening del carcinoma prostatico dal 1987, non esistono oggi unanimi consensi sulla sua utilità. Il valore soglia più comunemente usato è superiore a 4,0 ng/ml; tale valore risulta però associato a una percentuale del 70% di falsi positivi.

Una percentuale del 15% di uomini con PSA inferiore al 4,0 ng/ml presenta un carcinoma diagnosticato con biopsia. L’esperienza di tanti anni ha dimostrato che il PSA ha una bassa sensibilità.

Purtroppo, non esistono tecniche utili a formulare diagnosi precoci e anche l’ecografica pelvica trans-rettale per tale scopo non è suggerita da nessuna linea guida mondiale.

A causa della lenta progressione della malattia, spesso i benefici di una diagnosi precoce sono inferiori agli inconvenienti conseguenti alle terapie (quello che gli anglosassoni definiscono “overdiagnosis” e “overtreatment”). Lo screening con PSA diviene inutile sopra i 75 anni proprio per la lentezza della malattia, dove è consigliata solo l’attenta sorveglianza.

Non esiste un’indicazione assoluta per determinare per quali soggetti sia utile ricorrere alla determinazione del PSA; è più facile che i vantaggi ci siano nei soggetti più giovani, in presenza di un sospetto clinico o quando si individui una familiarità. Per migliorare la performance diagnostica sono state introdotte la determinazione non solo del PSA totale ma anche del PSA libero ed il rapporto libero/totale.

Lo screening del carcinoma della prostata mediante l’esame del PSA va considerato una procedura opzionale, dal momento che nella maggior parte degli uomini i possibili rischi superano i potenziali benefici. La decisione di optare per lo screening dovrebbe essere condivisa tra medico e paziente tenendo conto delle limitazioni associate all’esame, delle opzioni disponibili in seguito un risultato abnorme, dell’aspettativa di vita del paziente, della presenza di patologie associate, della familiarità per cancro della prostata.

A condizione che siano adottati principi più restrittivi, quindi non per effettuare screening di massa, l’esame del livello del PSA è uno strumento che rimane valido.